La diarrea del viaggiatore

La diarrea del viaggiatore è la malattia più comune legata ai viaggi. Colpisce ogni anno milioni di viaggiatori che visitano paesi in via di sviluppo e può compromettere in modo significativo la buona riuscita di un viaggio.

La diarrea del viaggiatore è generalmente definita come il transito di ≥ 3 evacuazioni di feci non formate nell’arco di 24 ore, più almeno un sintomo aggiuntivo (come nausea, vomito, crampi addominali, febbre, sangue/muco nelle feci o urgenza fecale) che si sviluppano all’estero o nei 10 giorni immediatamente successivi al rientro da qualsiasi destinazione in un paese in via di sviluppo.

Prevalenza, cause, complicanze e prognosi

Fra il 10% e il 40% dei viaggiatori manifesta diarrea, con il tasso di attacchi più alto per coloro che provengono da un paese avanzato e visitano un paese in via di sviluppo.

La diarrea del viaggiatore viene, solitamente, acquisita attraverso l’ingestione di cibo e acqua contaminati dalle feci. Nella maggior parte dei casi, è dovuta a un patogeno batterico, comunemente Escherichia coli, e insorge durante i primi giorni dall’arrivo in un paese straniero.

La complicanza più comune è la disidratazione. L’impiego di soluzioni di reidratazione inadeguate (con un contenuto di glucosio troppo alto o con un contenuto di elettroliti troppo basso) può contribuire ad aggravare il problema.

La diarrea del viaggiatore è solitamente autolimitante. Se non trattata, circa il 50% dei pazienti guarisce spontaneamente in 48 ore e, nella maggior parte dei pazienti, la durata media della diarrea è di 4-5 giorni. Circa il 5% e l’1% delle persone affette presenta diarrea che persiste, rispettivamente, per più di 14 giorni e 1 mese. Circa il 13% dei pazienti è costretto a letto per 1 o 2 giorni e circa lo 0,4% dei pazienti richiede il ricovero in ospedale all’estero o dopo il rientro a casa.

Gestione

L’obiettivo primario della gestione della diarrea del viaggiatore è di mantenere un’idratazione ottimale, ridurre al minimo la gravità e la durata dei fenomeni diarroici, prevenire l’annullamento delle attività pianificate, ripristinare lo stato funzionale dell’organismo ed eliminare l’agente patogeno.

Nella maggior parte dei casi, la correzione della perdita di acqua ed elettroliti rappresenta il punto cardine del trattamento e può essere ottenuta mediante soluzioni di reidratazione assunte per via orale, che possono facilitare il co-trasporto di glucosio e sodio attraverso la parete intestinale.

Prevenzione

Di seguito sono riassunti i principali accorgimenti che i viaggiatori diretti in aree ad alto rischio dovrebbero tenere presente:

  • Prima di viaggiare, accertarsi di saper autodiagnosticare e trattare la diarrea del viaggiatore.
  • Prima di viaggiare, informarsi sulla vaccinazione enterica e sull’uso giudizioso di farmaci antimicrobici/antimotilità per attenuare la gravità della malattia.
  • Prestare attenzione alla cura dell’igiene personale e alla selezione e preparazione di cibi e bevande in zone a rischio.
  • Lavare frequentemente le mani con sapone/detergenti a base di alcol/disinfettante con l’acqua più pulita disponibile, soprattutto dopo defecazione e minzione e prima di preparare o mangiare cibo.
  • Evitare il consumo di prodotti che possano contaminarsi facilmente (dessert ripieni di crema, salse fredde e condimenti, insalate, verdure crude e in foglia difficili da pulire, frutta difficile da sbucciare, carne e frutti di mare poco cotti/crudi, cibo cotto che è stato lasciato a temperatura ambiente per diverse ore, cibo portato da venditori ambulanti, latticini non pastorizzati, cubetti di ghiaccio e acqua del rubinetto).
  • Il cibo a buffet e gli alimenti preparati e poi riscaldati sono associati a un rischio maggiore di contaminazione.

Bibliografia
Leung AKC et al. Recent Pat Inflamm Allergy Drug Discov. 2019 May;13(1):38–48.

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