L’asse intestino-cervello:
qual è il ruolo del microbioma?

L’ultimo decennio ha visto un sostanziale cambio di prospettiva nella moderna comprensione scientifica dell’asse intestino-cervello, ossia dell’interazione bidirezionale che intercorre fra il sistema gastrointestinale e il sistema nervoso.

Da un lato, l’accumularsi di evidenze scientifiche ha mostrato che il microbioma intestinale comunica con il cervello, coinvolgendo non solo il sistema nervoso e il sistema gastrointestinale, ma anche quelli endocrino e immunitario. Dall’altro, il cervello può influenzare la struttura e l’attività della comunità microbica intestinale, agendo su motilità, transito, secrezione e permeabilità intestinale, e potenzialmente attraverso la secrezione di ormoni che modulano direttamente la biochimica del microbioma intestinale.

Ad oggi, una serie di osservazioni empiriche – in gran parte precliniche – mostra un coinvolgimento delle alterazioni della comunicazione cervello-intestino-microbioma nella patogenesi e nella fisiopatologia di alcune condizioni gastrointestinali e metaboliche, come la sindrome dell’intestino irritabile e l’obesità, e di diversi disturbi psichiatrici e neurologici.

Alcune evidenze scientifiche

Nel 2004, studi sperimentali hanno dimostrato che l’assenza di un normale microbiota intestinale nelle prime fasi della vita dell’organismo comporta significativi effetti negativi sulla capacità dell’adulto di rispondere allo stress, e che queste alterazioni della risposta possono essere parzialmente corrette dalla colonizzazione precoce dell’intestino con il microbiota commensale, anche se al momento della colonizzazione esso consta di un’unica specie batterica.

A partire da questi risultati, altri studi hanno mostrato un coinvolgimento del microbiota intestinale in condizioni come ansia, depressione, scelte alimentari, fenomeni metabolici e nei meccanismi fisiologici che le governano.

In che modo il cervello comunica con il microbioma intestinale?

Evidenze scientifiche accumulate in oltre 40 anni di ricerca mostrano che lo stress ha un impatto sulle comunità del microbioma intestinale.

Ad esempio, l’esposizione a fattori di stress sociale – solamente per 2 ore – può modificare la struttura delle comunità microbiche del colon; mentre lo stress materno in fasi prenatali si associa a un’alterazione del microbioma infantile, che contribuisce ad aumentare stati di infiammazione.

Sviluppi futuri

Sono in corso studi scientifici che hanno come obiettivo di:

  • Caratterizzare più nel dettaglio la struttura e la funzione delle singole comunità che compongono il microbiota intestinale.
  • Caratterizzare le comunità di virus e funghi che popolano l’organismo umano e che, fino a poco tempo fa, non sono state studiate per limiti tecnologici.

 Queste e altre linee di ricerca saranno utili a evidenziare il contributo dell’asse cervello-intestino-microbioma nella patogenesi di alcune malattie umane.

Bibliografia
Martin CR et al. Cell Mol Gastroenterol Hepatol. 2018; 6(2): 133–148.

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